Aethina Tumida e la selezione naturale

Female Scientific Research Team With Clear Solution In Laborator 1500 alveari distrutti in calabria! Ma NON dall’Aethina Tumida! Sono passati quaranta giorni dalla scoperta di Aethina tumida. Siamo a Gioia Tauro un comune in provincia di Reggio Calabria e nel raggio di 20 km non vola più un ape. Speriamo che questa uccisione di massa sia servita a qualcosa, ma nel frattempo nella zona rossa si aprono altri due nuovi focolai. Le nostre istituzioni hanno deciso di salvare le api, o almeno così dicono, convinti di proteggerle da Aethina Tumida, non si accorgono del danno che stanno facendo. Tra quei 1500 alveari distrutti, da veterinari e compagnia bella, sicuramente ci saranno anche api resistenti, magari più forti o più aggressive, ma che sanno difendersi da questo parassita. Loro bruciano tutto. E gli apicoltori sono d’accordo, complimenti! In altri paesi ci convivono da anni e noi contrastiamo il parassita, ma perché? Sia chiaro che personalmente non sono d’accordo su ciò che stanno facendo, queste persone vedono solo il lato economico, magari qualche apicoltore non infettato a cui interessa l’export del miele è anche d’accordo, ma prima o poi toccherà anche al suo apiario, poi cambierà opinione. Fossili di api che risalgono a circa 100 milioni di anni fa, dimostrano le loro capacità e abilità di sopravvivenza. Non credo che un parassita possa fermare le api, neanche la Varroa, ma dobbiamo selezionare api resistenti, e se le teniamo sempre in una sfera di vetro non possono conoscere i loro nemici, quindi nemmeno combatterli. I farmaci non servono e sono per la maggior parte chemioterapici, cioè abbassano le loro difese immunitarie e uccidono un po di api e un po di parassiti e spesso portano i farmaci stessi alla morte delle api. Inoltre selezionare api mansuete fa solo comodo agli apicoltori che vogliono essere liberi di andare in apiario senza maschera, ma quando poi arrivano i predatori come la vespa Velutina cosa facciamo? Sarà quella che dirà: ”Buone queste api!” Le api devono essere forti, numerose e se madre natura le vuole aggressive deve decidere lei come ha deciso per i cento milioni di anni passati, non la genetica con la fecondazione artificiale. Perché non si agisce sulla genetica dell’acaro Varroa? O su quella dell’Aethina Tumida? Se qualcuno lo sa, per favore mi spieghi… grazie.

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4 pensieri su “Aethina Tumida e la selezione naturale

  1. Sono un apicoltore professionista ed ho già subito il controllo per l’Aethina Tumida, fortunatamente con esito negativo.
    Ho saputo della prima distruzione di un apiario anche in Sicilia, ho fatto presente al veterinario che ha eseguito il controllo che la distruzione degli alveari è assurda e inutile.
    È inutile perché il controllo avviene solo negli apiari registrati che sappiamo essere la minoranza del reale numero totale.
    È assurdo perché non si possono distruggere alveari senza sapere se sono infetti o meno, senza sapere se si può convivere con l’AT come accade in altre nazioni, senza pensare, che, insieme agli alveari, vengono distrutte anche le aziende apistiche che hanno pensato bene (ora direi male) di mettersi in regola denunciando i propri apiari.
    Da apicoltore professionista, l’unica restrizione che posso accettare è il divieto di spostare gli alveari di un apiario infetto.

    Ma l’ape non era un animale protetto?
    A questo punto devo dire di NO.
    DENUNCIAMO chi sta commettendo quest’orrore.

    Piero Pipitone
    Apis Mellifica Soc. Coop.

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    • Si può iniziare a non selezionare api mansuete. Poi chi ha poche arnie può usare la lotta biomeccanica con il telaino di Campero. Comunque questo è un vecchio articolo, ora la situazione è un po cambiata, le arnie bruciate ammontano a 3600 circa, se vuoi ho aperto un gruppo Facebook chiamato Apicoltura Sostenibile, se vuoi iscriverti sei il benvenuto!

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