Perché ”Etica”?

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Il termine ”Apicoltura” indica che siamo allevatori di api, ma ci sono molti modi di praticare un allevamento e questi modi cambiano a seconda dei propri interessi.  Abbiamo scelto l’aggettivo ”Etica” perché il nostro interesse, ovvero il nostro metodo di conduzione dell’apiario, si basa principalmente sul rispetto delle api e dell’ambiente circostante. Pensiamo solo al fatto che noi siamo gli unici esseri inquinanti su questo pianeta eppure ci riteniamo evoluti! Per questo, siccome l’apicoltura convenzionale non la riteniamo abbastanza ”rispettosa” nei confronti delle api e spesso neanche dell’ambiente, noi abbiamo cercato nel corso degli anni di rendere il nostro allevamento migliore e biocompatibile creando delle semplici regole o tecniche personalizzate a cui ci atteniamo quotidianamente.

In questo tipo di conduzione cerchiamo di fare del nostro meglio per non uccidere le api quando rimuoviamo e inseriamo i telaini o apriamo/chiudiamo l’arnia, e riusciamo grazie all’aiuto dell’affumicatore, del quale parleremo più avanti. Si fa attenzione quindi a non schiacciarle  poiché, oltre ad essere un azione ”triste” e irrispettosa verso questi meravigliosi e laboriosi insetti, questa azione potrebbe causare l’insorgenza di infezioni e altri problemi come l’invasione di formiche nel coprifavo o può far aumentare l’aggressività delle api e quindi abbiamo questi ulteriori buoni motivi per essere più attenti a ciò che facciamo. Per essere più veloci nell’inserimento e nell’estrazione dei telaini del nido, abbiamo deciso di sostituire l’ultimo telaino con un diaframma e di scrivere su tutti gli altri un numero su un lato della testata (vedi foto in basso a destra), che permetterà di individuare subito la sua posizione all’interno dell’arnia. Questo perché le api lavorano e ”tirano” la cera di alcuni telaini maggiormente rispetto ad altri e ciò può causare nel reinserimento dei telaini, una collisione provocando morti oltre che rovinare le fragili cellette di cera dei favi. Questo invece non succede se reinseriamo un telaino nella stessa posizione da come lo abbiamo estratto e ci agevola molto anche quando passiamo un telaino ad un altra persona, che sia un collega o un visitatore del nostro apiario, che poi ce lo restituisce rigirato.

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L’affumicatore simula l’odore di un bosco in fiamme e incentiva le api a raccogliere miele per salvarlo, è molto importante usarlo per non stressarle durante il lavoro dell’apicoltore. Utilizziamo come combustibile aghi secchi di pino e corteccia di eucalipto, molto reperibili. Attenzione a NON utilizzare il cartone che spesso contiene collanti chimici.

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Il lavoro dell’allevatore in questo tipo di apicoltura, mira prima di tutto a curare, salvaguardare le api dedicando loro una postazione chiamata apiario, un luogo dedicato dove vivranno e pascoleranno liberamente. Il primo investimento economico dovrà quindi essere una casetta per le sue api, chiamata arnia. Quest’utima sarà per loro un rifugio dai nemici e dal freddo, poiché a causa dell’urbanizzazione le api non hanno più spazio per vivere in serenità, pensiamo alla mancanza di boschi e luoghi verdi incolti.

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Le api hanno molti nemici, tra cui un particolare un parassita, chiamato Varroa destructor, per combatterlo in apicoltura convenzionale si usano degli antiparassitari chimici (antibiotici) o biologici (di origine naturale), ma sempre farmaceutici, poiché il loro utilizzo deve essere registrato.

Noi che pratichiamo quest’Apicoltura Sostenibile potevamo scegliere di utilizzare questi ultimi prodotti farmaceutici biologici a base di Timolo, Canfora ed Eucalipto poiché sono consentiti nel biologico, ma abbiamo scelto di utilizzare un telaino trappola chiamato TIT3 del quale abbiamo già parlato in un precedente articolo (Clicca qui per vederlo). Questi due metodi comunque non inquinano il miele e sono compatibili con api e ambiente.

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Preleviamo il miele esclusivamente dai melari, e questo ci permette anche grazie alle visite pre-invernamento di non alimentare artificialmente le api.

Per rimuovere le api dal melario utilizziamo un soffiatore elettrico, quindi NON a scoppio, poiché quest’ultimo potrebbe risucchiare i suoi stessi fumi e idrocarburi per rigettarli sulle api e sui favi contaminando il miele. In alternativa se si hanno pochi melari si può utilizzare una spazzola bagnata e scrollare le api telaino per telaino (bagnata per non danneggiare le loro delicate ali) oppure si può utilizzare un apiscampo.

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Non produciamo Pappa reale poiché questa produzione comporta il continuo sacrificio di api regine, le quali vengono uccise per prelevarla.

Non produciamo polline poiché le cosiddette ”trappole di raccolta polline” provocano alle api la perdita o l’amputazioni di zampe e a volte ”effetto ghigliottina” a causa dello stretto passaggio.

Non facciamo selezione genetica né inseminazione artificiale o strumentale.

Nella nostra attività famigliare cerchiamo come prima di ogni cosa di fare ripopolamento, poichè le api sono una tra le specie a rischio di estinzione, quindi ricaviamo sciami, api regine, propoli, cera e miele che non sono procedure invasive nè causano sofferenze alle api.

L’apicoltura è bella perché ci insegna il rispetto per animali e ci mette in relazione con la natura.

L’apicoltore se vuole può lavorare in sintonia con le api e salvaguardarle.

Se volete rimanere in armonia con l’ambiente seguite queste semplici regole.

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Buon proseguimento!

 

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