Chi siamo

Ciao e benvenuti nel mio blog!

Mi presento, sono Emanuele

da sempre ho una forte passione per l’entomologia, quindi per gli insetti, questo nel corso di studi da autodidatta mi ha portato a fare la scoperta di un corso di apicoltura tradizionale e tutt’oggi conduco un apiario di 10 arnie, ma in modo biologico e sostenibile. Biologico vuol dire rispettare le api e l’ambiente usando attrezzatura sostenibile ed evitando l’allevamento intensivo. Per questo siamo contro la produzione di polline, pappa reale, veleno d’api perché ciò nuoce alle api.

Per rimanere informato frequento fisicamente i convegni dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della mia zona che trattano principalmente dell’efficacia dei prodotti, attualmente in commercio, per il trattamento di patologie apistiche.

Ho appreso molte cose sulle api in poco tempo e ora il mio obiettivo è creare una nuova fonte di informazioni con questo mio blog e quindi voglio condividere ed essere a disposizione anche di chi non sa riconoscere una ape da una vespa!
Nel corso del tempo ho imparato le tecniche di recupero sciami, ho imparato a costruire attrezzature apistiche, a toccare le api a mani nude e fare da guida nel mio apiario a persone esterne interessate e questo mi ha dato molte soddisfazioni.

La richiesta di informazioni da parte di sconosciuti, ma anche da parte di apicoltori esperti interessati al mio metodo di biologico mi ha spinto ad aprire questo blog.

Questo blog sarà lo strumento per aiutare, per insegnare e per condividere, un luogo virtuale di scambio culturale.

Spero che vi faccia piacere, e che mi seguirete in questa impresa!

Grazie e buon proseguimento!
Emanuele

20 pensieri su “Chi siamo

  1. ciao Emanuele, sono Lorenzo un laureato in Scienze Agrarie, Dottore di Ricerca. Il mio curriculum dice che sono un genetista zootecnico, in realtà di genetica ne ho fatta tanta, ma a modo mio sul settore delle capre, iniziando circa 25 anni fa ad occuparmi di razze autoctone. Ho 51 anni e a vent’anni sono stato in Argentina per quello che oggi definirebbero una “stage”. Allora lo chiamavo viaggio ……… là dove mi dovevo occupare di mandare avanti un’azienda aiutando la proprietà restata contemporaneamente orfano del tecnico (interventor) re del direttore d’azienda (capataz). Nel casino della situazione nessuno mi aveva detto che c’era anche circa 200 colmenas ……… proprio così io il termine arnia l’ho imparato dopo, e tornando in Italia, per i mille casi della vita, mi sono dedicato saltuariamente alle api. Oggi con un socio gestisco un piccolo apiario attualmente da 17 casse piacevolmente infestate da varroa. (siamo arrivati ad avere 2 apiari per un totale di 46 casse). la mia strategia di allevamento, rigorosamente condotto con maschera, mi porta a nutrire le mie arnie con una media di 1,5 kg di candito a stagione e a praticare in modo “illegale” gocciolato di acido ossalico in soluzione zuccherina, ripetendo per 2-3 volte l’intervento dopo aver tolto i melari. Sono di un paesino “verde” (credimi esiste) alla periferia di Milano e “spaccio” miele di Tiglio, millefiori e di melata. MI è piaciuto quanto hai scritto e mi sono iscritto al tuo blog. ora siamo pari …….. tu almeno sai chi sono io!

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    • Ciao Lorenzo, piacere di conoscerti!
      Ti garantisco che ne sono tanti di apicoltori come te che usano l’acido ossalico in quel modo, soprattutto chi conduce molte arnie, questo perché che è una bella spesa prendere il prodotto registrato confronto al costo della dose da 1Kg che si prende in farmacia.
      Io non lo uso solo perché uso appunto la lotta biomeccanica di Campero.
      Comunque è bello sapere che sei un genetista zootecnico che rispetta la natura.
      Grazie!

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  2. Caro Emanuele,
    non vorrei sembrare invadente ma l’atmosfera che si respira in questo blog mi incita a inserire una segnalazione che vuole anche essere un sollecito.
    Ad oggi conduco circa 600 alveari, con l’aiuto di due valenti giovani, e dal 2004 non tratto più le api per la varroa, come me tanti altri che hanno seguito il mio esempio e non solo in Sicilia ma anche in Calabria, nel Lazio, in Friuli e persino in Germania del Nord.
    La tecnica è semplicissima, quasi banale, l’unico requisito è essere apicoltore cioè sapere dialogare con le api e rispettarle.
    Ti invito a provare, trovi le indicazioni operative e qualche scritto critico sul blog – http://apicolturainpratica.blogspot.it/, se non bastasse sono a disposizione.
    Saluti da Trapani
    Vincenzo

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    • Buongiorno Vincenzo, ho già letto alcuni suoi articoli su federapi.biz, nessuna invasione, nessun problema, se non si tratti di promuovere prodotti farmaceutici! Comunque come metodo intende lo spazio Mussi? Perché sto già sperimentandolo su un paio di arnie, ma ho riscontrato alcune difficoltà. Tra queste: inserendo telaini nuovi in queste arnie cioè telaini con cera non tirata le api creano dei “doppifavi” paralleli sullo stesso telaino che poi creano difficoltà nell’estrazione. Ho acquistato proprio i distanziatori Mussi quindi non saprei, ho letto che si può adottare solo quando hai già tutti i telaini tirati, ma se poi vanno rinnovati? Non è molto pratico poi se si vendono nuclei, nei portasciami infatti i telaini non entrano… e chi comunque chi li riceve deve aver predisposto un arnia con spazio Mussi, ma ripeto magari sbaglio qualcosa io! Spero in una sua delucidazione, io mi trovo nel Lazio se qualcuno dei suoi collaboratori potrebbe aiutarmi, ne sarei lieto. Inoltre se lo Spazio Mussi funziona lo publicheremo anche sul nostro blog, che non è a scopo lucroso ma è stato creato per volontà e passione verso l’apicoltura. La ringrazio per la considerazione, mi aspetto sua risposta. Saluti!

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      • Per applicare correttamente lo Spazio Mussi occorre assumere un atteggiamento di servizio nei confronti dell’alveare per capire e soddisfare le sue necessità.
        Forse è meglio procedere per punti:
        1) Il travaso da Spazio Dadant a Spazio Mussi va fatto in primavera, quando le api sono in condizione di produrre cera e c’è della covata pronta a nascere;il motivo sarà chiaro più avanti.
        2) Passando da Dadant a Mussi, lo spazio interfavo passa da 13,5 mm a 20 mm, per riempire questo vuoto occorrono api, da dove le prendiamo? Le prendiamo dallo stesso alveare, togliendo un terzo dei favi dopo avere scrollato le api
        3) Limitiamo il nido con un diaframma mobile e posiamo i favi tolti al di la del diaframma
        4) Il controllo del clima all’interno dell’alveare è possibile soltanto se gli spazi interfavo sono completamente pieni di api.
        5) Nell’arco di una settimana le api trovano un nuovo equilibrio nel rapporto api/spazio disponibile, anche in seguito allo sfarfallamento della covata opercolata, allungano le celle dei bordi superiori dei favi e riprendono il perfetto controllo della situazione.
        5) Come facciamo a sapere quando dare altri favi? Ce lo dice il diaframma mobile. Quando la superficie del diaframma mobile rivolta verso il favo è piena di api, è il momento di allargare; ora si presentano due eventualità: a) abbiamo favi costruìti, allora ne diamo due uno penultimo a destra e l’altro penultimo a sinistra, b) abbiamo fogli cerei, ne diamo soltanto uno ultimo a destra (a parete).
        6) Quando sarà costruito lo spostiamo di due posti verso sinistra e introduciamo, sempre a parete, il nuovo foglio cereo.
        7) Le api fanno i ponti di cera tra i traversi superiori dei favi? Non tutte le famiglie lo fanno!
        8) Le api fanno dei falsi favi tra un telaio e l’altro? Abbiamo dato spazio in un momento sbagliato.
        In conclusione, la conduzione a Spazio Mussi deve essere più attenta e le visite più regolari.

        Per quanto riguarda la vendita di sciami c’è il problema della compatibilità.

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  3. Ciao,
    Vorrei capire meglio la vostra situazione e la gravità reale del problema… qui in Svizzera (Ticino in particolare) gli apicoltori si stanno allarmando, vorrei sapere se state applicando qualche intervento curativo o preventivo oltre allo sterminio di massa…
    Ti ringrazio

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  4. Ciao Emanuele, tanti auguri per la tua iniziativa. Mi sono iscritto e ti seguirò (nel limite delle possibilità) sono un piccolo editore che dedica molta attenzione all’apicoltiura e crede nella forza euristica del dibattito aperto e a 360 gradi. Pur senza essere un esperto, sono in contatto con molti di loro, seguo un po’ tutto il settore, attento anche all’hobbistica e agli sviluppi dell’apicoltura urbana, cercando di portare nuovi stimoli e pratiche sostenibili anche in ambito professionistico.
    Luca

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    • Grazie a te sei uno dei pochi che me lo ha scritto, sono contento di essere riuscito nel mio obbiettivo, grazie a questo blog mi sono reso conto che ho un gran potere comunicativo e quindi lo sfrutterò al massimo per dar voce alle nostre api e a tutti gli apicoltori.

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  5. Ciao Emanuele! Intanto complimenti x il tuo blog, lo trovo molto interessante. Poi volevo anche raccontati una cosa..e vedere se tu ho qualche tuo follower avete qualche idea x potermi aiutare.
    Ormai è qualche che ho in testa di produrmi del miele per uso domestico. Finalmente decido di farmi coraggio e telefonare alla FAI di Roma x avere alcune info. Mi danno il numero di un responsabile vicino alla zona in cui vivo. Io sono di Venezia centro storico. Telefono e appena dico che sono di Venezia, mi dicono che non se ne può far niente xchè i corsi base di apicoltura sono appena terminati e inoltre nessuno sarebbe disposto a venire fino a Venezia per assistermi con le arnie. Neanche sotto pagamento! ( Tra l’altro chi ha detto che avrei messo le arnie a Venezia?!?!)Quindi mi ha detto che era inutile prendere appuntamento per avere informazioni sull’apicoltura xchè tanto non se ne fa niente!! Che posso fare? Devo lasciar perdere il mio sogno? Sono molto demoralizzata. Qualcuno mi può aiutare?
    Grazie 1000!!!
    Beatrice

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    • Ciao Beatrice purtroppo alcuni corsi certificati dalle associazioni vanno prenotati prima, ma non disperare non serve un attestato per possedere le api, puoi sempre affiancarti ad un’apicoltore della tua zona e accordarti con lui e fargli un offerta per il disturbo. Se ti iscrivi al nostro gruppo facebook sarà piu facile, puoi aprire un tuo post specificando la richiesta di aiuto che desideri e comunicare via chat è più veloce. Nel nostro gruppo ci sono molti apicoltori neofiti professionisti e semi-professionisti e non solo. Fammi sapere se invece non ti è possibile cercherò un’altra via di comunicazione.

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  6. CIAO EMANUELE !
    VOLEVO FARTI I COMPLIMENTI PER LE INFO CHE DIVULGHI SU QUESTO ARGOMENTO…….
    VOLEVO ANCHE CHIEDERTI DELLE INFO MOLTO PRATICHE SU LA CONDUZIONE DELLE API TI SPIEGO:
    IO HO INIZIATO DA POCO QUESTA ATTIVITA’ CON MIA CUGINA STIAMO SEGUENDO UN CORSO DA SETTEMBRE MA A VOLTE CAPISCI CHE I CORSI CON 30 PERSONE POSSANO ESSERE UN PO’ DIFFICOLTOSI….QUINDI MEGLIO SENTIRE PIU’ ESPERIENZE E CONSIGLI SOPRATTUTTO IN QUESTO MOMENTO….
    ABBIAMO ACQUISTATO 4 SCIAMI SU TELAINI CIRCA 4 SETTIMANE FA ….
    STIAMO ANDANDO TUTTE LE SETTIMANE.
    UNA SETTIMANA, IL 6/05, ARRIVATO SULLE API TROVO L’ARNIA PIU’ FORTE CHE AVEVA FATTO LA BARBA……PENSAVO PER IL CALDO E INCOSCIENTEMENTE ABBIAMO ELIMINATO CELLE REALI SENZA FAR CASO SE CON LARVA O ANCORA NO….A DISTANZA DI TRE GIORNI 9/5 ULTERIORE VISITA LE API ANCORA ERANO LA SENZA BARBA E LA REGINA C’ERA, IL 13/05 PENSAVO DI METTERE IL MELARIO INVECE ALL’APERTURA HO VISTO LO SCIAME DIMEZZATO…….E’ PRESENTE COVATA FRESCA SECONDO TE SONO ANCORA IN TEMPO A FAR SI CHE ALLEVINO ALTRA REGINA E RIPARTA TUTTO BENE?
    TI RINGRAZIO ANTICIPATAMENTE A PRESTO

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    • Ciao Simone! Se c’è covata fresca c’è anche la regina, quindi si riprenderanno certamente hanno ancora molte fioriture. Il fatto che si siano dimezzate mi fa pensare che nonostante tu abbia eliminato le celle reali, ne avrai saltata una e hanno sciamato… E’ molto difficile evitare la sciamatura, io le faccio sciamare, infin dei conti è il loro modo di moltiplicarsi al naturale, oppure faccio io la sciamatura artificiale portando la vecchia regina con qualche scorta in una nuova arnia con un po di api e lasciando nell’altra le celle reali sempre con scorte e in questo modo previeni il fatto che si disperdano.

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    • Ciao Marco presto farò un nuovo articolo proprio per ovviare al problema, iscriviti alla newsletter in modo da rimanere aggiornato, a presto!

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