Anagrafe apistica, iscrizione obbligatoria

Chiunque detiene alveari, che sia uno o più’ di uno, che sia in un arnia o in un portasciami, ha l’obbligo da quest’anno di iscriversi alla BDA, Banca Dati Apistica. Pena una ammenda che varia da 1.000 a 4.000 euro oltre al sequestro degli alveari.

 

Come mettersi in regola

Recandosi presso la ASL veterinaria di appartenenza della vostra Provincia, dovrete aprire un allevamento, pagando una tantum di 50 euro attraverso un bollettino che vi rilasceranno, vi verrà in seguito assegnato il vostro CODICE ALLEVAMENTO che dovrete riportare su un cartello da fissare in prossimità del vostro apiario. Il costo per la stampa del cartello e’ a vostro carico e dovrà essere in formato A4 e riportare la seguente dicitura in stampatello con caratteri di una dimensione non inferiore ai 4 cm:

ANAGRAFE APISTICA NAZIONALE

D.M.04/12/2009

riportare qui il codice di allevamento

Se le api sono su un terreno di cui non siete proprietari legittimi, occorrerà la presenza e la firma del proprietario del fondo per la compilazione della richiesta. Ricordiamo che l’appoggio delle arnie non grava sulla rendita del terreno, pertanto state tranquilli, non ci sono tasse extra da pagare!

Una volta registrati e’ importante verificare che i vostri dati siano corretti, potete controllare loggandovi dal sito Vetinfo.sanita.it inserendo il vostro CODICE INPS e il CODICE FISCALE. Per qualsiasi errore fate rifermento alla ASL veterinaria.

Diventa obbligatorio comunicare ogni variazione sul numero degli alveari che siano in arnie o in portasciami, in entrambi i casi vanno registrati. Per agevolare la cosa potete modificare online in tempo reale il numero, ma questo comporta, per una questione di maggior sicurezza, la necessita’ di un lettore Smartcard per la lettura della vostra tessera sanitaria, potete richiederlo mandando una mail dal sito Vetinfo (operazione che richiede un paio di mesi prima che vi venga spedito il lettore) oppure (metodo più’ rapido) acquistandolo presso la Camera di Commercio o recandosi presso il CUP dell’Asl di competenza, per tale procedura occorre essere muniti di Tessera sanitaria, un documento identificativo e un indirizzo mail da associare alla tessera, preferibilmente lo stesso che avete usato per registrarvi al portale.

Perché e’ importante iscriversi

Di seguito riportiamo le motivazioni riferiteci dall’Unita’ Operativa di Apicoltura dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle regioni Lazio e Toscana.

L’allevamento delle api da miele (Apis mellifera) in Europa è una pratica che esiste da diversi millenni. In Italia la Legge n. 313 del 24 dicembre 2004, recante “Disciplina dell’apicoltura”, riconosce l’apicoltura come «attività di interesse nazionale utile per la conservazione dell’ambiente naturale, dell’ecosistema e dell’agricoltura in generale ed è finalizzata a garantire l’impollinazione naturale e la biodiversità di specie apistiche, con particolare riferimento alla salvaguardia della razza di ape italiana (Apis mellifera ligustica Spinola) e delle popolazioni di api autoctone tipiche o delle zone di confine”. Oltre al contributo dato dall’impollinazione, le api forniscono alimenti e vari prodotti quali miele, polline, pappa reale, cera e propoli; ciononostante, l’apicoltura per molto tempo non ha goduto delle stesse attenzioni che sono state riservate ad altri comparti zootecnici. Dal 2003 ci sono state segnalazioni in Europa e in America di gravi perdite del numero di colonie di api. Con l’acronimo CCD (Colony collapse disorder), nel 2006 viene indicato il fenomeno caratterizzato dalla rapida perdita della popolazione di api adulte. I fattori che concorrono alla diminuzione della popolazione delle api sono numerosi, agenti patogeni, attacchi di agenti e specie invasive, avvelenamento da pesticidi, insufficiente alimentazione, cambiamenti ambientali. Organizzazioni sanitarie europee e autorità nazionali hanno eseguito monitoraggi volti a raccogliere maggiori informazioni sulla perdita degli alveari. Nella relazione commissionata dall’Efsa “Mortalità e monitoraggio delle api in Europa” (Bee mortality and bee surveillance in europe) è emerso, che i sistemi di monitoraggio nell’Ue sono inadeguati poiché i dati sono carenti e spesso non confrontabili a livello di Stati membri.

L’emergere in Italia di nuovi scenari, quali l’infestazione da Aethina tumida e di Vespa velutina, hanno ulteriormente evidenziato l’importanza di poter disporre di informazioni circa la consistenza e l’ubicazione degli alveari, i cui dati fossero armonizzati e condivisi su scala nazionale, dunque di un’anagrafe apistica unica e aggiornata.

 

 

 

Suggerimenti per prepararsi al recupero degli sciami dispersi

20151018_120343

Ciao a tutti, apicoltori e non,

Il recupero degli sciami è un ottimo metodo per riuscire ad espandere il vostro apiario in minor tempo.In questo articolo vi spiegherò molto brevemente come in questi anni mi sono organizzato per recuperare gli sciami naturali nella mia zona, spero possa esservi d’aiuto.

Per prima cosa ho iniziato già dal mese di Febbraio mettendo annunci sui vari siti di annunci online, quelli  piu’ famosi, che permettono di inserire annunci gratuitamente.

Successivamente ho contattato i vigili del fuoco e le associazioni di protezione civile del mio comune, dopo aver trovato i numeri di telefono delle varie sedi sempre attraverso il web, lasciando loro il mio recapito in caso che ricevano chiamate.

Infine quest’anno ho avuto l’idea di creare un gruppo con un un’applicazione di messaggistica GRATUITA per smartphone molto comune e, dopo aver contattato gli apicoltori della mia zona, ci siamo messi in collegamento creando un gruppo, nel quale possiamo delegarci i recuperi nel caso uno di noi sia impegnato e non può effettuare il recupero, quindi con un semplice commento può indicare la zona e il numero per contattare la persona in difficoltà, per poi finire con una trattativa riservata che sia gratuita o a pagamento, in base alla difficoltà del recupero, sarà il cliente a decidere se accettare o no.

Potete fare lo stesso anche voi e recuperare così molte famiglie ad un prezzo irrisorio, ma attenzione alle malattie, la maggior parte di queste si può intercettare osservando la composizione e il colore della covata se è presente anche il favo, altrimenti potete affidarvi solamente allo stato delle api operaie, se hanno deformità, o ali a K allora lasciatele dove sono. Un altro consiglio è di lasciar perdere le famiglie che hanno sciamato tardivamente rispetto alle altre, probabile che abbiano avuto qualche problematica.

Ricordo che recupero delle api è molto importante, perché spesso succede che alcune persone che si sentono minacciate da questi insetti e per paura tentano di ucciderle con veleni, ma a volte succede che avvicinandosi e infastidendole troppo vengano punte il che può essere molto pericoloso se il soggetto è allergico può andare in shock anafilattico. Un altro motivo è che se evitiamo di disperdere gli sciami possiamo in gran parte evitare anche il diffondersi delle malattie apistiche o evitare che gli sciami naturali muoiano nel caso finiscano in zone inquinate da pesticidi.

Le api sono gli insetti impollinatori per eccellenza, bisogna salvaguardarle.

PS se vi trovate nei comuni di Latina o Roma posso aggiungervi al mio gruppo, basta inviarmi la richiesta CLICCANDO QUI e inserendo il vostro numero di telefono.

Se vuoi restare aggiornato gratuitamente sui nuovi articoli iscriviti alla nostra newsletter cliccando il pulsante ISCRIVITI nella colonna qui accanto lasciando il tuo indirizzo e-mail.

Se riscontri problemi riguardo link o volete fare domande potete farlo aggiungendo un commento qui sotto!

Non dimenticate di cliccare su pulsante ”Mi piace” solo se avete gradito;

ma puoi anche contribuire condividendo l’articolo!

Grazie e buon proseguimento!

 

 

 

Un alleato nella lotta alla Varroa e contro la mosca olearia

Oggi vi presento un pianta spontanea che si sta rivelando molto utile per l’olivicoltura e apicoltura, che forse avete già visto di sfuggita in qualche fosso a bordo strada o in campagna.

Questo arbusto perenne, chiamato Inula viscosa o Enula bacicci ha origine nella macchia Mediterranea e può facilmente raggiungere gli 80 cm di altezza. E’ caratterizzato da piccoli fiori gialli e grazie alla sua grande capacità infestante è oramai presente in molte campagne incolte d’Italia e d’Europa. E’ una pianta sempreverde appartenente alla famiglia delle Asteraceae. L’impollinazione è entomogama, ciò significa che è una pianta gradita agli insetti impollinatori. E’ una pianta poco esigente e riesce a sopravvivere in condizioni estreme come terreni poveri, siccitosi, calcarei, argillosi, pietrosi e soprattutto incolti e abbandonati, per questo è una pianta facile da coltivare se volete. Il fusto è circondato dalle foglie ruvide e germogli vischiosi che emanano uno sgradevole odore resinoso che tiene lontani gli animali erbivori e molti insetti nocivi.

L’odore pungente che viene prodotto dallo sfregamento delle foglie, degli steli e dai boccioli sembra creare disorientamento nelle varroe. Infatti da alcune sperimentazioni fatte dal biotecnologo Dr. Domenico Prisa,  risulterebbe che semplicemente posizionando un numero cospicuo di rametti di questa pianta sotto il coprifavo abbia un effetto di caduta varroa pari al famoso api-bioxal della durata di 4 giorni, ovviamente il periodo è breve ma non presenta alcun effetto nocivo per le nostre api, al contrario degli effetti corrosivi che provoca l’api-bioxal. Se vi interessa potete vedere direttamente sul Suo sito (al seguente link) il metodo di trattamento e la sperimentazione.

Al momento personalmente non ho ancora provato, ma sto dedicando il mio tempo alla coltivazione di questa pianta dalle notevoli proprietà officinali e antiparassitarie (dimostrate nei link a fine pagina) utilizzate soprattutto in passato lasciate poi in disparte a causa della medicina convenzionale (venne utilizzata nella medicina popolare essenzialmente per curare i disturbi del fegato, come analgesico, antinfiammatorio, antipiretico, antielmintico e antifungino.

Possiamo piantarla o seminarla attorno al nostro apiario per aumentare la biodiversità visto la grande capacità attrattiva di questa pianta nei confronti dell’entomofauna. Sembra ormai provato infatti che sia luogo di riparo anche per l’Eupelmus urozonus, un parassitoide polifago degli Imenotteri Calcidoidi che svolge 2-3 generazioni all’anno sulla mosca delle olive. L’Eupelmus è il più attivo antagonista naturale della mosca delle olive.

Per concludere questa pianta contribuisce alla produzione nella tarda estate e in autunno di miele millefiori e, in zone di forte diffusione, miele monoflora anche se poco apprezzato dal mercato sia per il sapore sia per la cristallizzazione irregolare, ma comunque ottimo il periodo di fioritura per assicurare le scorte di invernamento per le nostre api. L’unica attenzione da fare è se avete piante di corbezzolo, poiché le api potrebbero bottinare entrambe le piante nello stesso periodo e ”inquinare”, per così dire, il pregiato miele di corbezzolo con nettare e polline di Inula.

L’Inula viscosa è conosciuta con svariati nomi a seconda della sua posizione geografica: Enula cepittoni vischiosa, Enula bacicci, Cupularia viscosa, Dittrichia viscosa, Ceppica, Ceppula, Prucara, Pruteca, Ceppita, Ceppitone, Cespita, Erba puzza, Erba vischio, Melacciola, Melajola, Melangola, Scepita, Tignamica, Erba della Madonna, Erba di Ciucci, Mastirascia, Paparacchio, Pruteca, Putica, Erba da Pruxe, Gnasca, Nasca, Pulegara. Sarzana, Scarafazzen, Cote de volpe, Piscia pantone, Bistorno, Arangella, Arzunella, Canta Canta, Crizza, Erba per i tagli, Pulicara, Brucara, Erva di maisi, Prucarà, Pulicara majuri, Pulicaria, Vulcara, Pulicarra, Frissa, Frisa, Frisia, Erba da Mosca, Brucara, Erva mais

Ulteriori link a riguardo:

Se vuoi restare aggiornato gratuitamente sui nuovi articoli iscriviti alla nostra newsletter cliccando il pulsante ISCRIVITI nella colonna qui accanto lasciando il tuo indirizzo e-mail.

Se riscontri problemi riguardo link o volete fare domande potete farlo aggiungendo un commento qui sotto!

Non dimenticate di cliccare su pulsante ”Mi piace” solo se avete gradito;

ma puoi anche contribuire condividendo l’articolo!

Grazie e buon proseguimento!

Aethina tumida news 2017

19 gli esemplari adulti di Aethina tumida trovati il 7 Dicembre 2016 nel Comune di Varapodio (RC) all’interno di uno sciame naturale. Nel mese di Novembre, piu’ a nord sono stati trovati altri 5 apiari infestati dal coleottero a Grimaldi e Malito due comuni di Cosenza(RC). Lo scorso anno abbiamo contato circa 5000 arnie distrutte dal provvedimento del Ministero della Salute e del MiPAF. Ricordiamo che il ”provvedimento del rogo” prevede che se viene trovato anche un solo esemplare di questo coleottero nella singola arnia di un apicoltore, tutto il suo apiario deve essere sigillato e distrutto, ovviamente sarà in seguito indennizzato per il costo dell’arnia, ma ovviamente nulla in confronto alla mancata produzione. In ogni caso questo provvedimento si estenderà fino al 31 Marzo 2017 salvo eventuali proroghe.  Condividete e se avete informazioni piu’ recenti contattateci con un messaggio privato. Grazie (per seguirci iscrivetevi al gruppo Apicoltura Etica su Facebook cliccando qui)

Per approfondire potete visionare anche il riassunto della situazione epidemiologica visitando: http://www.izsvenezie.it/aethina-tumida-in-italia/ dove troverete i provvedimenti presi, le mappe e le tabelle di espansione del coleottero e la delimitazione della zona di contenimento

per restare aggiornato su Aethina tumida iscriviti alla nostra newsletter cliccando il pulsante ISCRIVITI nella colonna qui accanto.

Grazie e buona navigazione!