Arnia a favi liberi, modificata con ingresso alto

Buona Domenica a tutti, questo (nelle foto in basso) era un piccolissimo sciame catturato a cui ho dato rifugio all’inizio di maggio 2015, è stato inserito in un’arnia senza telai con ingresso alto (per chi non sa di cosa si tratti qui c’è il mio articolo https://atomic-temporary-76837067.wpcomstaging.com/…/modifica-ing…/) .

L’ingresso alto serve a favorire la difesa dai predatori ed evitare la formazione di umidità e quindi l’insorgenza di muffe sui favi… Il fondo nonostante tutto si presenta molto pulito, vedete la foto, ho visto personalmente api salire le pareti ed estrarre i loro morti dal foro.
Il cassetto anti-varroa non è stato inserito nel periodo estivo, per evitare la risalita della varroa, la presenza delle api e dei favi spezza l’effetto camino dell’arnia in inverno.

Il melario l’ho messo per far sviluppare i favi nella lunghezza preferita dalle api, ovviamente questi favi conterranno covata, invece per il miele verrà posto un altro melario con escludi-regina modificato.

I favi sono attaccati al coprifavo, ma sarebbe meglio mettere un pannello più spesso, quindi più resistente.

Le api hanno preferito costruire favi a caldo quindi prossimamente ho intenzione di convertire tutte le arnie in mio possesso in questo modo, perché? leggete qui https://atomic-temporary-76837067.wpcomstaging.com/…/favo-freddo-…/

La famiglia non ha avuto pieno sviluppo a causa delle scarse fonti nettarifere e dell’eccessivo caldo si è bloccata nella costruzione già a fine giugno.

La famiglia come le altre in mio possesso non ha subito alcun trattamento chimico.

Se avete domande sono a disposizione. Le foto sono state scattate oggi.

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Aethina tumida continua ad espandersi! E’ allarme tra gli apicoltori calabresi

Aethina tumida, il piccolo coleottero degli alveari
Aethina tumida, il piccolo coleottero degli alveari

Altri cinque focolai in soli due giorni, nei comuni di OPPIDO MAMERTINA, RIZZICONI e VARAPODIO in provincia di Reggio Calabria. Qui sono stati ritrovati soli esemplari adulti.

Siamo ad un totale di 9 focolai in meno di un mese, il primo ritrovamento del 2015 è stato il 16/09/2015 a FIGURELLE DI SAN MARTINO nel comune di TAURIANOVA.

Per maggiori informazioni consulta il sito http://www.izsvenezie.it/aethina-tumida-in-italia/

Sempre convinti di radicarlo bruciando arnie e api?

Qualcuno è al corrente di quanti alveari sono stati bruciati? Lo scorso anno eravamo rimasti a 3.600… Poi fortunatamente le continue piogge invernali hanno fermato la mattanza, dobbiamo rifare la danza della pioggia?

Seguiteci e commentate

Saluti,

Emanuele Longo

Aethina tumida 4 casi positivi

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Tra il 28 e 29 Settembre sono stati ritrovati altri esemplari adulti del coleottero in alcuni apiari nel comune di VARAPODIO nelle località di C.DA CALIPO’ e C.DA SALVATORE e nel comune di OPPIDO MAMERTINA località C.DA CAVALIERE NUOVO, oltre a quello segnalato precedentemente nel comune di TAURIANOVA località FIGURELLE DI SAN MARTINO dove vi erano esemplari adulti e larve. (fonti: http://www.izsvenezie.it)

Questa è la fine di alcune arnie dello scorso anno, api bruciate ancora vive e come se non bastasse inquinamento ambientale e apicoltori non ancora risarciti del danno, la situazione non è cambiata, i roghi continuano, a voi la parola…


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AVVISO se sei nella zona rossa e hai fotografie/video di apiari in fase di distruzione da parte delle autorità puoi inviarceli all’indirizzo mail apifogliano@gmail.com, li renderemo pubblici così da dare risalto al problema, se vuoi puoi anche mandarci un commento personale. Per rimanere aggiornato iscriviti anche al gruppo Aethina Tumida – Small Hive Beetle – Piccolo Coleottero dell’Alveare (per iscriversi occorre avere un account Facebook) 

Grazie a tutti anche da parte delle api!

Ritrovamento del parassita Aethina tumida in Italia

Adulto di Aethina tumida all'interno di una celletta di cera
Adulto di Aethina tumida all’interno di una celletta di cera

Come avevamo previsto, Aethina tumida, il piccolo coleottero degli alveari, si è ripresentato in Italia il 16 settembre 2015.

E’ stata confermata la presenza di adulti ed una larva in un apiario sito in località Figurelle di San Martino nel Comune di Taurianova (RC). L’apiario era costituito da 32 sciami formati ai primi di agosto e destinati all’impollinazione del lampone. Dei 32 sciami presenti e visitati, 8 sono risultati infestati. (fonti: http://www.izsvenezie.it/aethina-tumida-in-italia/)

Sappiamo bene che nulla può fermare Aethina, poiché si riproduce non solo negli alveari, ma anche nei vegetali in fase di decomposizione, come il suo parente Carpophilus lugubris , ormai diffuso in tutta Italia.

Il tentativo di radicazione è fallito, ma il descreto di far strage di alveari, accatastandoli e bruciandoli è stato prorogato fino al 30 novembre 2015. (leggi il decreto del rogo http://www.izsvenezie.it/documenti/temi/api/aethina-thumida/2014/provvedimenti/ministero-salute/2014-09-12.pdf)

Chi trova un solo coleottero di Aethina tumida nel suo apiario ha l’obbligo di autodenunciarsi all’ Unità Sanitaria Locale, in seguito tutti i propri alveari saranno accatastati e bruciati e il miele e il terreno dove erano custodite le arnie sarà sequestrato, arato e cosparso di pesticidi antilarvali.

Nessuno parla più di rimborsi, nessuno degli apicoltori del 2014 a cui erano stati bruciati i propri alveari è stato risarcito.

Ricordo che sono oltre 3500 gli alveari distrutti fino ad oggi grazie al decreto del rogo, ognuno dei quali conteneva mediamente 30mila api circa, e ammonta a 0 il totale di alveari distrutti da Aethina tumida.

Voi credete veramente che tutti abbiano ancora il coraggio di autodenunciarsi?

Io già non lo credevo un anno fa….

Possibile che nessuno ha più notato la presenza del parassita durante il corso dell’anno?

Vi ringrazio per l’aiuto e la diffusione che avete dato per i precedenti articoli

(clicca qui per leggere tutti i precedenti articoli su Aethina tumida)

A presto!

Non dimenticate di commentare e iscrivervi se ancora non lo avete fatto per ricevere altre novità su questo argomento

Una petizione per tutelare noi e le nostre api

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Cari lettori, come avrete notato dal titolo ci stiamo movimentando con una petizione, stiamo raccogliendo firme per portare la questione al Ministero delle Politiche Agricole e alla Commissione Europea.

E’ ormai chiaro e scientificamente provato che l’esposizione ad alcuni pesticidi è associata a diverse forme di tumore, malattie neuro-degenerative e malattie neonatali. Numerosi dati suggeriscono inoltre che alcune di queste sostanze potrebbero danneggiare il sistema ormonale, il sistema immunitario e quello nervoso.

Il principale mezzo di esposizione è l’alimentazione ma gli agricoltori, le loro famiglie e le persone che vivono in aree rurali dove si pratica l’agricoltura intensiva, sono i più colpiti dall’uso di pesticidi.

Attualmente dalle normative vigenti, sono esplicitamente vietati solo i trattamenti in prossimità dei pozzi, mentre vi è un vuoto normativo per quanto riguarda i trattamenti in prossimità di abitazioni e giardini, eccetto sporadici regolamenti comunali che ovviamente valgono solo sul territorio del Comune che li ha emanati.

Come si evince anche dall’ultimo rapporto di Greenpeace, “Tossico come un pesticida”, i danni arrecati alla popolazione a causa di queste pericolose sostanze chimiche, sono gravissimi.

Basterebbe comunque anche solo considerare il noto Principio di precauzione, vigente nell’ordinamento in forza dell’articolo 174 del Trattato UE, secondo il quale, al fine di garantire la protezione di beni fondamentali, come la salute o
l’ambiente, è necessaria l’adozione o l’imposizione di determinate misure di cautela anche in situazioni di incertezza scientifica, nelle quali è ipotizzabile soltanto una situazione di rischio, e non è invece dimostrata,
allo stato delle attuali conoscenze scientifiche, la sicura o anche solo probabile evoluzione del rischio in pericolo.

La salute è un nostro diritto, sancito dalla Costituzione italiana…difendiamolo!

Iscrivetevi al nostro gruppo Facebook chiamato NO PESTICIDI per rimanere aggiornati su questo argomento

Clicca qui per firmare la petizione e condividi!

Se potete aiutarci in qualche altro modo scriveteci un commento, accettiamo suggerimenti!

Buona navigazione e buona api-cultura a tutti!

La risposta del TAR, per le api si riaccende la speranza!

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Sembra che il Ministero della Salute abbia agito in deroga alla legge DPR 320, quindi illegittimamente.

Clicca qui per leggere la risposta del Tribunale Amministrativo Regionale per la Calabria 

(Per motivi di privacy alcuni nomi sono stati oscurati)

PER VEDERE TUTTI I MIEI ARTICOLI DEDICATI AD AETHINA TUMIDA CLICCA QUI

3600 Alveari di api ridotti in cenere per un parassita, siamo proprio in Italia…

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E’ passato qualche giorno dal convegno dell’11 Dicembre 2014, questa la decisione del ministero della Salute:

”Visti i risultati positivi, si proseguirà con i roghi fino a primavera 2015”

Questo nonostante molti apicoltori calabresi abbiano già fatto un ricorso al TAR (vedi qui il ricorso)

Sono stati ridotti in cenere 60 apiari, proprietari aziende hobbistiche e professionali con un totale di circa 3600 alveari. Un danno economico che supera 1 milione e mezzo di euro, e che il prossimo anno si rifletterà sull’agricoltura e la mancata impollinazione dei frutteti, in particolare agrumeti.

I roghi che come già detto includono arnie di polistirolo e plastica ( e quindi c’è anche un inquinamento ambientale, senza contare l’uso di pesticidi antilarvali nel terreno in seguito) sono inutili poiché al momento del rogo stesso una buona parte delle api, essendo insetti volanti come questo parassita (ricordo che si chiama Aethina Tumida, o piccolo coleottero degli alveari o Small Hive Beetle) non appena il fuoco spacca le arnie, entrambi si danno alla fuga, come si vede chiaramente nella foto in alto.

Inoltre laddove si sono posizionati sciami esca, in aree in cui si sono sterminati presumibilmente tutti gli alveari, questi si sono velocemente re-infestati. Questo conferma che il coleottero prolifera altrove… quindi qual’è lo scopo di questa azione? Quali sono i risultati positivi?

aaaaComunque nel frattempo abbiamo preso contatto con alcuni apicoltori stranieri, che convivono con questo parassita da anni e ci hanno confermato che questo vive anche su frutta e verdura in decomposizione, ma soprattutto ci hanno specificato che lo hanno ritrovato su cocomeri, meloni e pomodori e nelle loro compostiere. Inoltre ci hanno spiegato il loro metodi per contrastarlo e monitorarlo, oltre i farmaci si intende, questi metodi si possono facilmente combinare tra loro. Ad esempio ridurre l’ingresso delle arnie inserendo un tubo in PVC a ”L” rivolto verso il basso, confonde il parassita; oppure trappole a imbuto riciclando bottiglie di plastica e inserendo all’interno miele fermentato poste nelle vicinanze dell’apiario, queste vengono usate anche da monitoraggio, come qui in italia viene usato il foglio polionda direttamente nelle arnie. (questi sono solo alcuni dei metodi, a fine articolo trovate tutti i link alle pagine e man mano che mi verranno indicati ne aggiungerò altri nei giorni seguenti, quindi se interessati ripassate)TWVeuKK

Però per gli stranieri il parassita AT (Aethina Tumida) non risulta essere un grosso problema, non di certo come la Varroa destructor. Questo perchè a differenza di essa il piccolo coleottero degli alveari è appunto un parassita dell’alveare e non un parassita dell’ape come la Varroa che di conseguenza trasmette anche virosi che causano notevoli danni.

Passiamo al decreto della polizia veterinaria. (che quest’anno compie 60 anni!)

Nel DPR dell 8 febbraio 1954  l’Aethina tumida viene inserita nel decreto legge con provvedimenti che la paragonano ad altre malattie. Oggi quindi invece di rivalutare la questione, progettare nuove strategie e modificare il decreto, si è scelto di seguire il decisione errata che il parassita in questione è paragonabile alla peste americana.

La peste americana, è una malattia della covata delle api causata dal bacillo Paenibacillus larvae. È una delle malattie più gravi in apicoltura tanto che l’unica pratica di cura considerata sicura è l’incenerimento delle api con tutto il materiale che conteneva la famiglia. Non costituisce alcun pericolo per la salute umana. (clicca qui per approfondire)

Quindi come capirete da voi stessi stanno paragonando un batterio sporigeno (p.a.) con un insetto parassita (At), il chè non è nemmeno lontanamente pensabile. Perchè non si ritiene il caso di contattare un laureato in entomologia?

Aggiungo che l’Articolo 155 recita testualmente:

”A complemento dei provvedimenti indicati nel precedente articolo, nei casi di peste
europea o americana può essere ordinata la distruzione delle famiglie delle arnie infette.
Le api così uccise nonché i favi ed i bugni villici che hanno contenuto covate o resti di
larve devono essere bruciati, i favi privi di covata fusi, le arnie e gli attrezzi disinfettati.
Il terreno circostante deve essere vangato o disinfettato.
Se la malattia è allo stadio iniziale possono essere consentiti opportuni trattamenti
curativi. L’apiario trattato deve essere tenuto in osservazione e sottoposto ad esami di
controllo sino a risanamento accertato.”

Dunque parla di bruciare i favi, “i bugni villici” et cetra et cetra, non le arnie che vanno disinfettate (come recita testualmente il decreto).

Se si disinfettano quelle colpite da peste americana e simili, immaginarsi quelle infestate da uova di insetti molto più facili da debellare come appunto Aethina Tumida che è un insetto come l’ape mellifera.
Se qualcuno può aiutarci a fermare questo illecito inquinamento ambientale, la strage di un insetto utile protetto in via di estinzione (cioè l’ape mellifera), e a salvare le aziende italiane è ora che queste persone si facciano avanti.
Iscrivetevi e soprattutto dateci la vostra opinione nei commenti
Grazie, al prossimo articolo!
Metodi stranieri per contrastare SHB    01    02    03    04    05    06    07
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Il Ministero della Salute convoca le Associazioni di Apicoltura

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Purtroppo come potevamo immaginare al convegno svoltosi il 01 Dicembre presso il Ministero della Sanità non hanno risolto un bel nulla, si rimane con il “decreto dei roghi” almeno fino all’11 dicembre, giorno in cui si formerà un Tavolo tecnico per valutare ‘nuove strategie’. Ci servono persone disponibili con voglia di reagire e collaborare per farci sentire, non basterà un Mi piace o un Condividi dobbiamo unirci per formare un gruppo reale, vero, con nomi e cognomi altrimenti non ci ascolteranno. Chi è interessato ad aiutarci mi contatti in privato o si iscriva al nostro gruppo Facebook in modo da poter dialogare velocemente tramite chat privata. Grazie a tutti voi per il sostegno che ci avete dato fin’ora.

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